mercoledì 18 febbraio 2015

C'ERA UNA VOLTA


"C'era una volta", è così che iniziano tutte le storie.
Ed è così che ha inizio anche questa.

C'era una volta una principessa, senza castello e senza corona. Leggera, nel suo approccio alla vita, irriverente, per natura. Ironica ed erotica. Eroica, a modo suo. E c'era anche un principe, che non sapeva di esserlo. Schivo e sognatore, sicuro al punto di sembrare sfacciato. C'era una volta la notte, dove il mare riposava delicato mescolandosi con la sabbia, e la luna, maestosa, faceva l'amore con il cielo. E quel manto di piccole luci vegliava dolcemente sulla terra senza alcuna pretesa, se non quella di offrire un pizzico di incanto a chiunque si fosse ricordato di stare con il naso all'insù. C'era una volta la musica, calda e avvolgente. Passionale, nel suo essere più profondo. Sensuale, quanto basta per far sciogliere sensi e paure. Così vivida da guidare l'istinto verso la ricerca della più naturale e limpida forma di piacere. C'era una volta il brivido dell'ignoto. Quello che parte prima di tutto dalla testa e poi scende lungo la schiena, lentamente. La voglia di scoprire e di scoprirsi, come se fosse - e forse lo è - la vera essenza della Felicità. Il profumo sfiorava la pelle, la mano i capelli, lo sguardo il cuore. L'indicibile era lì, ad un passo dal suo confine. Le parole, travolgenti, invitavano i pensieri a prendere forma, in una danza di colori e suoni e emozioni. Si plasmavano, inconsapevolmente. Le labbra si sfioravano, invece. O perlomeno, il loro incontro sembrava l'impalpabile filo conduttore di un'alchimia priva di logiche. Sapevano di tequila. Di salsedine. Di sale e limone. Morbide. Delicate. Abbandonate al loro gioco di sensazioni. C'era una volta una valigia, colma di cose belle. Tra vestiti e tante scarpe potevi trovare anche sogni e speranze, dediche e sentimenti, incertezze e consapevolezze. E una paura, unica nel suo genere: l'inconfessabile terrore di dover chiudere quella stessa valigia per far ritorno ad una realtà che sembrava ormai lontana. C'era una volta la magia, pura, vestita della sua semplicità. Una magia vera, di quelle che non hanno bisogno di bacchette o formule. Perché basta chiudere gli occhi. E lasciarsi andare. C'era una volta la voglia di non pensare. L'inspiegabile bisogno di non quantificare, centellinare, misurare, fare schemi, inquadrare. Che forse volersi è proprio questo: non tracciare limiti. Che se anche esistessero sarebbero lì solo per essere superati. Perché la vita è ora, sempre. Così come il coraggio.

C'era una volta l'Amore.
C'era e c'è ancora.

A chi si lascerà sorprendere. E a chi l'ha già fatto.
Con la consapevolezza che le vere svolte arrivano quando meno te lo aspetti (e smetti di supplicare l'universo). 


giovedì 18 settembre 2014

"L'AMORE NON ESISTE, ESISTIAMO IO E TE"

"Come faccio a guardarti e a non essere felice?"



Vestimi di parole e di sguardi, culla le mie paure con la stessa naturalezza con la quale le tue dita si perdono tra i miei capelli. Prendi un mappamondo e scegli un posto, un posto qualsiasi nel mondo. E ci andiamo, insieme, accompagnati da quel pizzico di incoscienza che solo gli spiriti liberi sanno gestire. Siediti accanto a me sulla spiaggia: ascolta il mare, tocca la sabbia, parla al mio cuore. Sarà il saluto del sole a dirci quando andare via. E poi siediti sul letto: voglio ubriacarti d'amore tutta la notte, senza riserve. Viaggia nel tempo, scava nella memoria, aggrappati ai ricordi e lascia che siano loro a farti rivivere frammenti di piacevole scoperta in una danza dei cinque sensi. Ma non dimenticare mai che ogni giorno è un nuovo inizio e che il passato è la semplice misura di ciò che è stato e non un traguardo nel quale rifugiarsi nostalgicamente. Non facciamo programmi, l'unica certezza che è data sapere è l'ora, il noi. Guardiamo la luna, spalla contro spalla, e abbassiamo lo sguardo solo per constatare che siamo gli unici che stanno con il naso all'insù in una distesa di persone schiave del tempo. Fammi ballare, senza musica e senza inganni, con le stelle posate su di noi. Stringiti a me senza preoccupazioni, abbandonati: sarò come seta sulla pelle nuda. Leggimi, sono il libro del quale solo tu sai cogliere le sfumature più vere e profonde, cerca tra le righe e non nel finale. Corriamo nella città coperta del suo manto notturno, anche sotto la pioggia se ti va. E fermiamoci solo per baciarci. Guardarci. Sentire che siamo vicini, non solo fisicamente. Svegliami, con un "buongiorno", un cappuccino e il tuo profumo, quel profumo pronto a dirmi che ci sei e che quel domani che tanto spaventa non è altro che una promessa mantenuta. Ridiamo, ridiamo per il nulla, ridiamo quando nessun altro lo fa. E forse il tempismo non ci apparterrà mai, ma quei momenti sbagliati profumeranno sempre di una complicità semplice e rara. Mangiamo un quarto di pizza sugli scalini di una chiesa, nel cuore della notte, guidati da un istinto che ci spinge a cercarci in nome di una sintonia inesplicabile: semplicemente esiste. Sorprendimi. Regalami fiori, carezze, certezze. Parole: da ascoltare, assaporare, ricordare. Rincorriamo la felicità, quella sentita, sfrontata, sfacciata, vissuta ancor prima di essere desiderata. Sii il raggio di sole che si posa sul mio cuscino, il viaggio in macchina che vorrei non avesse mai fine, la finestra che mi mostra il mondo sotto un'altra prospettiva, il maglione (rigorosamente tuo) che uso per uscire. Sii la polaroid sbiadita e il ballo a piedi nudi su un tavolo, il "sei bellissima" anche quando ho la faccia sfatta dopo una giornata di studio. Sii la forza ma anche - e soprattutto - la dolcezza. Intingiamo le labbra nel vino, in un misto di eleganza e sconsiderata provocazione. Raccontiamoci, con la voce rotta e le emozioni che si distendono. Amiamoci: mi farò trovare pronta. Nuda, spogliata delle mie insicurezze e dei miei dubbi e delle mie fragilità.

Sì, innamorarsi è ancora il miglior modo di ubriacarsi che conosco.



mercoledì 11 giugno 2014

VIVERE. CHE E' UN PO' COME FARE L'AMORE.






Tu, Lui, il tramonto. E una birra ghiacciata.
La vera Libertà, che forse non consiste nel rompere gli schemi ma semplicemente nel seguire il proprio istinto. Ora. Senza "se" e senza "ma" e senza "un giorno". 
Un pizzico di incoscienza, quanto basta per capire fino a dove si è capaci di arrivare.
Il sapore dell'estate, che sa di sole in faccia, baci rubati, notti eterne. 
Un giro in motorino, in due. E poco importa il "dove" quando si ha la vivida consapevolezza che in quello stringersi accarezzati dal vento si racchiude tutto il bene di questo mondo. 
Un rosa rossa lì, appoggiata su uno dei tanti tavolini di casa. Silenziosa testimone di una notte vissuta di pancia e scritta con il cuore. 
Il desiderio delle 14.50 di un Mercoledì pomeriggio. Un vestito in pizzo. Nero. Di Dolce&Gabbana. Intessuto di quell'erotismo sussurrato con eleganza e semplicità.
Perdere la testa. Perché è sempre necessario perdersi per poi ritrovarsi.
Un risveglio lento, tra lenzuola stropicciate e l'odore di caffè che si posa in ogni angolo.
Una risata, senza filtri e senza inganni. Di quelle che non senti l'esigenza di mostrare a nessuno. Perché la felicità, quella vera, si custodisce gelosamente.
Viaggiare, che non è un punto di partenza e nemmeno un punto di arrivo. Non è l'inizio o la fine di nulla. E' quello che c'è esattamente lì in mezzo. Ed è forse questa imprevedibilità che consacra ogni volta la sua bellezza.
Un tetto da cui guardare la città, quando il sole cala e la luce sembra voler avvolgere anche i pensieri. Rimanere a bocca aperta, semplicemente.
Girare per casa a piedi nudi, con una camicia sgualcita che copra quel che deve e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Ballare, tra il letto e il divano, tra la cucina e il bagno. Ballare, senza musica. Ma costantemente in bilico tra la passione e la spontaneità.
I luoghi-non-luoghi. Quelli che non trovi su una cartina. Quelli in cui ti imbatti, per caso. Dove respiri lentamente, a pieni polmoni. E ci lasci un pezzo di te.
Le prime albicocche di stagione. E le fragole. E il mare. C'è sempre il mare nei miei ricordi.
Il sole, che spappola il cuore di felicità.
Scegliersi. Aspettarsi. Cercarsi.
Un mazzo di fiori trovato davanti alla porta, sopra lo zerbino. 
Le gambe nude, una maglia bianca, occhiali grandi attraverso cui scrutare il mondo. Erotica, con l'aria ingenua di chi ha fatto della semplicità uno stile di vita.
“We were together. I forget the rest.”
Abbassare il finestrino della macchina. Cantare, stonando. Contenta come non  mai.


Vivere. Che nulla ha a che vedere con l'abitudine. E' piuttosto Fortuna. Cercata. Voluta. Assaporata. E' lasciarsi andare, consapevolmente. 
Un po' come fare l'Amore.





giovedì 17 aprile 2014

"E TU, SEI ANCORA CAPACE DI PERDERTI?"

La vita è adesso, sempre.





Lasciati andare ad una risata scomposta, di quelle che partono dalla pancia e ti scuotono l'anima nello stesso modo in cui il vento estivo ti scompiglia i capelli. Perditi in un abbraccio, consapevole nella sua irrazionalità. Sciogliti come marmellata e burro sopra una fetta di pane appena tostato. Cambia programma, anche quando un programma non c'è. Esplora nuove rotte, rompi gli schemi, con leggerezza: le serate più belle sono sempre quelle che non avevi pianificato. Sali in motorino, stringi il tuo cavaliere, canta a squarciagola e sentiti padrona di una città che nel silenzio della notte lascia spazio solo alle emozioni. Guarda la luna, con la vivida consapevolezza che per ogni persona che non riesce a guardare oltre il proprio naso ce n'è una che passa la vita con il naso all'insù. Dimentica l'ora, loro. Dimentica di mangiare e di dormire e di pensare. Torna a casa con la batteria del telefono carica, completamente. E l'euforia di una magia assaporata. Intingi le labbra nel vino, con quella naturalezza carica di erotismo e priva di ostentazione. Lasciati mettere delle cuffiette nelle orecchie, ascolta, condividi una canzone. Che forse è solo un modo diverso di fare l'amore. Cerca la sicurezza nella tua pelle e non nelle ante aperte di un armadio sempre poco clemente. Bacia lento, bacia bene. Trattieni il fiato e i pensieri, giusto il tempo di percepire che a volte il "per sempre" è racchiuso in un solo secondo. Balla, finché hai voglia e energia e forza nelle gambe. Vai al mare, di notte. Lasciati cullare dal suono delle onde, accarezzare da una pioggia di stelle. Impara a bastarti e subito dopo a riscoprire la bellezza del fare le cose in due. Sii irrisolta e complicata e confusionaria e tenace e un po' in bilico tra il mondo e il tuo mondo, come ogni sognatrice che si rispetti. Mangia una ciambella e poco importa se non tutte riescono con il buco: è nelle imperfezioni che si nasconde l'unicità, è dalle crepe che entra la luce.  Comprati un mazzo di fiori, sporcati la bocca di cioccolata. Che forse non corrisponde all'idea esatta di felicità, ma ci si avvicina molto. Smettila di porti domande senza alcuna risposta. Vivi, semplicemente. Con quel pizzico di incoscienza necessaria per perdere l'equilibrio. Salta sul letto, fai una capriola, vestiti di un profumo se ti va. Stupisci e lasciati stupire, dalle piccole cose soprattutto. Scappa, per poi realizzare che il cuore è sempre stato lì, ad un passo da te. Perché per quanti viaggi si possano fare, per quante città si possano visitare e per quante persone si possano incontrare, è sempre confortante accorgersi che l'Amore in vacanza non ci va mai.



E tu, sei ancora capace di perderti? 

mercoledì 11 dicembre 2013

THE PERFECT MAN






Che abbia la voce di Michael Bublé, quando con il suo inconfondibile swing intona le canzoni di Natale. Calda e avvolgente, come certi abbracci nei quali saresti disposta a perdere anima e corpo e pensieri. Perché certe voci non sono semplici voci, ma modi diversi di fare l'Amore, inconsapevolmente. L'irresistibile insicurezza di Seth Cohen, che è forse l'unico uomo a cui potrei perdonare un maglioncino misto acrilico con tanto di renne e Babbo Natale annessi. Emozionale e emozionante, nella sua sensibilità sussurrata. Maldestro quanto basta, intrigante quando deve. Lo stile di Chuck Bass, sempre. Nei vestiti e nell'approccio alla vita. L'eleganza di chi parla con i gesti, la fermezza di chi è capace di sedurre la mente ancor prima dell'istinto. Audacia, convincente e coinvolgente, esasperata fino a dimostrare ancora una volta che non c'è donna che non possa essere conquistata. La sofisticata arroganza di James Dean, il suo sguardo intenso e irrisolto, la sua aria delicata e malinconica. Lui, vulnerabile ma fermo. Lui, che non deve chiedere. Mai. Il fascino enigmatico di Johnny Depp, quando fuma l'ultima sigaretta avvolto nella sua giacca di pelle nera e tra mistero e concretezza stuzzica desideri proibiti. Una mano che sfiora i capelli scuri, quel ciuffo ribelle che non è altro che l'emblema di una sfrontatezza che sa dove colpire. L'inconfondibile charme di Richard Gere in "Pretty woman", classe e garbo allo stato puro. La sua innata capacità di farti sentire una principessa, senza corona e senza castello. La carica erotica di Ryan Gosling, bello e dannato. Consapevole. La confortante emotività di cui ti veste per poi spogliarti. La nonchalance con cui ti fa vibrare, senza muovere nemmeno un dito. E che abbia il coraggio, soprattutto. Di corteggiare. Stupire. Amare.


E tenetevi pure le veline o pseudo tali. Che se proprio dovessi decidere a chi assomigliare direi con testa e cuore lei, Brigitte Bardot. Capelli selvaggi e voluminosi, una passata di eyeliner. Occhi grandi con cui scrutare maliziosamente il mondo, bocca disegnata per regalare sorrisi e amore. Erotica ed eroica, nel suo essere più profondo. Libera di esprimersi, semplicemente. Forte, non per apparenza ma per natura. Vestita di un'innocenza velata e provocante. Sensuale, ma mai volgare, nella sua irriverenza appena accennata. Perché la seduzione, a dispetto di quanto talvolta vogliono farci credere, è un'arte sofisticata che nulla ha a che vedere con l'ostentazione.  


martedì 10 dicembre 2013

QUESTO. E ALTRO ANCORA.





God save.

I sorrisi condivisi, tra la voglia di rincorrere la felicità, sempre, e il bisogno di non pensare.
I baci lenti. Rubati. Dati di notte, sotto una pioggia di stelle e un brivido che sfiora cuore e pensieri.
I messaggi improvvisi, sfuggenti, inaspettati. Sussurrati con la voce dell'insicurezza, gridati con la forza della consapevolezza. Perché tutte le parole non dette, prima o poi, cercano voce.
I tacchi, il push-up, il mascara e il fondotinta. E poi non si dica che solo gli uomini mentono. Ma sicuramente noi donne lo facciamo meglio.
La bellezza della fatica, della passione che prende forma, dei sogni che si fanno un po' più vicini, un po' più reali.
I cambiamenti, che passo dopo passo mostrano quanto fosse pericoloso rimanere fermi.
Le mani, che posandosi sulla pelle nuda coprono di sicurezze e desideri, come un cappotto di cachemire nel quale affondare anima e corpo.
Un bicchiere di vino. Uno di champagne. Intingerci le labbra, che è un po' come giocare con la seduzione, inconsapevolmente. E brindare, perché oggi non è altro che il preludio di tutto ciò che sarà.
Gli uomini che parlano. Scrivono. Chiamano. Addirittura chiedono di uscire. Che se uno vuole può, tutto il resto è una scusa. 
La complicità femminile, cosa unica e rara, come ogni privilegio degno di essere definito tale.
La capacità di sorprendersi e di lasciarsi sorprendere, di stropicciare certezze consunte e speranze per respirare anche solo per un istante la magia dell'inaspettato.
L'irriverente naturalezza di chi ha fatto della spontaneità un credo.
L'ironia e l'autoironia, che è esattamente in quella sofisticata arte, così vivida e reale, che si nasconde l'essere Donna. 
I compleanni e i non-compleanni, perché c'è sempre un motivo per festeggiare, fosse solo per celebrare i momenti che il respiro te lo tolgono. 
L'Amore, che a chi dice che non esiste glielo mostrerei io, in ogni angolo del mondo.
Le canzoni che non sono semplici canzoni, ma pezzi sparsi di cuore. E che siano dedicate, che regalare emozioni non è mai sbagliato.

God save, questo e altro ancora. La libertà, soprattutto. Di vestire i propri panni e sperimentare la bellezza del presente, che non sempre offre le carte che vorresti, ma lascia aperta la possibilità di decidere come giocarle. E con chi. Perché con le persone giuste al proprio fianco, la quotidianità può essere un viaggio meraviglioso.

A chi non smette mai di emozionarsi, a chi guarda il mondo con nuovi occhi, sempre: buona vita.





giovedì 28 novembre 2013

VOGLIO VOLERE



Voglio affondare la testa nel cuscino, le dita nella panna, le parole nel vino. Distendere i pensieri, come fossero fiocchi di neve che in una danza di eleganza e armonia vestono di bianco l'atmosfera. Cantare canzoni di Natale tra il divano e il letto, con una spazzola per microfono e una maglia informe pronta a ricordarmi che ovunque andrò, dovrò sempre rimanere fedele a me stessa. Guardare il tramonto e pensare che certi cieli non siano semplici cieli, ma pezzi di vita. Un po' come certi Amori. Contare i giorni che mancano al mio compleanno con la stessa trepidante attesa di quando ero piccola, che le cose più belle accadono a chi è ancora capace di accarezzare il mondo con gli occhi di bambina. Regalare qualcosa a qualcuno, che sia un oggetto, un'emozione o un po' del mio tempo. Semplicemente tempo, impacchettato e infiocchettato, con tanto di biglietto. Quello stesso tempo che se non si fa attenzione si rischia di dimenticarlo tra tutti i vorrei non detti e i respiri non percepiti. Voglio perdermi, tra le vie di una città e tra le righe di un libro, tra la passione e la ragione. E poco importa se non mi è concesso un filo per ritrovare la strada. Vestirmi di un maglione color cognac per poi accoccolarmi sul divano e realizzare che se certi intrecci di lana non fossero soltanto intrecci di lana, sarebbero sicuramente abbracci. Svegliarmi una Domenica mattina e fare un brunch, che forse quel tripudio di cose buone e felicità non è altro che un tentativo di giustificare la mia voglia di salato alle 11. Vivere con la confortante certezza che quelle stesse stelle in cui mi perdo con il naso all'insù, un giorno le potrò anche toccare. Voglio guardarmi allo specchio e sorridermi. Stringere la mano di un'amica e racchiudere in quel gesto tutto il Bene di questo mondo. Mangiare tra le braccia del letto una ciambella appena sfornata, con la faccia stropicciata che sa ancora di sonno e una vestaglia di seta a farmi compagnia. Scrivere, che è forse la cosa che mi piace più fare. Credere nel fato, perché certe persone in cui ti imbatti non sono semplici incontri, ma regali che la vita ti fa. Sporcarmi le mani e i pensieri, che sia per preparare un dolce o per dipingere una parete. Voglio un cappello nero e a tesa larga che incornici i miei occhi, un vestito velato che gridi eleganza e sussurri seduzione. Progettare ciò che sarà, perché quando si tratta di futuro dovremmo diventare tutti buoni architetti di sogni. Lasciarmi ispirare, da un colore e da un profumo, come se non ci fosse niente di più semplice del seguire l'istinto. Tappezzare la casa di foto per fissare ricordi sfuggenti. Essere l'eccezione anche quando mi sento la regola, la scelta e mai l'alternativa. Riempire il mappamondo di post-it con scritto "un giorno ci andrò", con la consapevolezza nel cuore che conoscere è conoscersi. 

Voglio volere, perché è solo quando sai cos'è che vuoi che non prendi tutto ciò che passa.
E se il carattere di un uomo è il suo destino, trova un perché e abbi il coraggio di farne qualcosa di grande.